ORE 16:00
V.M. 14 anni

Regia: Mario Bava
Anno: 1963

Il film è composto da tre episodi distinti, ognuno con una propria atmosfera macabra: “Il Telefono”, “I Wurdalak”, “La Goccia d’acqua”.
Il film è un classico del cinema horror italiano, noto per la sua fotografia espressionista, l’uso dei colori e delle luci per creare suspense, e per l’atmosfera fortemente gotica.
Un grande contributo viene dalla regia di Mario Bava, che dimostra la sua abilità nel gestire sia l’orrore psicologico che quello “visivo”.

ORE 17:45
V.M. 14 anni

Regia: Dan O’Bannon
Anno: 1985

Questo film rappresenta una sorta di ibrido tra horror classico e commedia grottesca, reinterpretando il tema degli zombie con ironia e uno stile più “punk” e veloce rispetto ai modelli precedenti.
La sceneggiatura, curata dallo stesso O’Bannon, gioca con i codici del cinema di zombi tradizionale ma introduce twist insoliti — zombie che parlano, che sono affamati di cervelli, e un tono spesso satirico.
È diventato un film di culto per gli appassionati del genere, grazie anche alla sua colonna sonora punk‑rock e all’atmosfera “anni ’80”.

ORE 19:30

Suoni dallo spazio profondo: un concerto che intreccia elettronica e memoria, ispirato alla storia del cosmonauta russo Nikolaj Kulikov. Un set visivo e sonoro da vivere tutto d’un fiato.

“Nikloaj Kulikov” è il secondo album di Nicola Manzan.
Il disco è ispirato all’avventura di Nikolaj Kulikov, un militare russo che durante gli anni Settanta era stato uno dei prescelti dall’Armata Rossa per intraprendere un percorso di addestramento tra terra e spazio volto a creare un sistema di difesa simile a quello che negli Stati Uniti, nel decennio successivo, avrebbe preso il nome di “scudo spaziale”.
L’opera è suddivisa in tre volumi, ognuno dei quali è contenuto in una specifica cassetta.
I brani sono stati composti e registrati utilizzando sintetizzatori, organi elettrici, batterie elettroniche, nastri e vinili d’epoca.

V.M. 14 anni
Regia: Dario Argento
Anno: 1975

Considerato uno dei capolavori del cinema giallo all’italiana, Profondo Rosso segna la maturità stilistica di Dario Argento. Il film è celebre per le sue atmosfere cupe, la regia innovativa, le sequenze visivamente potenti e la colonna sonora iconica dei Goblin.
Un’opera che ha influenzato profondamente il genere horror a livello internazionale.